VITA E OPERE

Dal 1899 al 1945

Antonio Bassanini nasce sullo scorcio del XIX secolo, il 22 dicembre 1899 ad Arlugo, una cascina nel territorio di Rosate. Il padre Luigi e la madre Adele Arioli fanno parte di una numerosa famiglia di casari, produttori e commercianti di burro e formaggi.
Antonio è il quarto di cinque figli che nel 1904 restano orfani del padre. I maggiori Giuseppina e Adriano iniziano fin da piccoli a lavorare con la madre e accudire la piccola Maria, mentre Maura e Antonio possono proseguire negli studi a Milano. I due ragazzi prendono una stanza nel quartiere Ticinese, frequentano la parrocchia di San Gottardo e iniziano a conoscere la città, mentre il resto della famiglia continua a vivere tra le cascine dell’area tra Corsico, Gaggiano e Binasco.
Concluse le elementari e le medie, Antonio nel 1914 si iscrive alla Scuola per capomastri, dove riceve i primi rudimenti della professione e fa le prime esperienze di cantiere.
Allo scoppio della Prima guerra mondiale il fratello Adriano parte volontario mentre Antonio, studente modello, viene selezionato dai suoi professori per un tirocinio pratico al Politecnico presso il Laboratorio per le esperienze sulla resistenza dei materiali, diretto allora dall’ingegner Arturo Danusso.
Tra Danusso e Bassanini si stringe un legame fortissimo e duraturo di amicizia e di stima. I due hanno molto in comune, dai lutti familiari subiti in giovane età, alla forte fede e solidarietà cristiana, alla concezione dello studio e del lavoro come strumento di crescita e di realizzazione umana. Danusso è tra i primi ad incoraggiare Antonio nella scelta imprenditoriale per poi diventare uno dei suoi principali consulenti. Dopo la sua scomparsa Bassanini si fa promotore di iniziative e pubblicazioni in memoria dell’amico e maestro.
Quando nel 1917 arriva la chiamata al fronte per i ragazzi del ‘99, l’ingegner Danusso si adopera per trattenere il giovane Antonio che riesce così, a costo di una breve detenzione, ad evitare gli ultimi mesi di guerra.
Terminato il conflitto Antonio lascia il Politecnico e ottiene il suo primo impiego presso l’impresa di costruzioni Porcheddu. Qui il giovane matura ulteriormente la propria esperienza in cantiere finché nel 1921 un violento attacco di tifo lo costringe diversi mesi a letto e lo spinge alle dimissioni. Una volta rimessosi Bassanini decide di avviare la propria attività di costruzioni, con l’aiuto finanziario di una zia e l’assistenza dell’ingegner Danusso, che è al tempo stesso tecnica e morale.

I primi lavori sono commissionati a Bassanini da fabbricerie e altri enti religiosi. Per Don Luigi Cappelletti, parroco di San Gottardo, costruisce la casa canonica del Santuario di Santa Maria di Caravaggio, tra via Meda e viale Tibaldi. In via Lanzone cura il restauro di San Bernardino alle Monache, completando il campanile e la canonica. Vi sono poi l’ampliamento e la nuova facciata di San Pietro in Sala in piazza Wagner, la chiesa per l’Istituto Casa di Betlem in via Zenale e alcuni fabbricati per l’Opera Cardinal Ferrari di via Mercalli.
In questi progetti Bassanini inizia a lavorare con professionisti affermati come Adolfo Zacchi, Antonio Casati, Cesare Nava e Giacinto Zari. Avvia anche una collaborazione con monsignor Giuseppe Polvara e la sua Scuola Superiore d’Arte Cristiana Beato Angelico, con cui realizza chiese a Cimnago di Lentate, ad Agrate Brianza e Vigevano.
L’avvio promettente convince Antonio a dare impulso alla propria attività e a costituire nel 1924 l’Impresa di Costruzioni Magnaghi e Bassanini, insieme all’ingegner Carlo Magnaghi conosciuto qualche anno prima in un cantiere della Porcheddu.
La committenza religiosa resta una costante per tutta l’attività di Bassanini ma il suo peso diminuisce man mano che si amplia il bacino dei clienti e si diversificano i settori di intervento.
A questo periodo iniziale risalgono alcuni palazzi signorili, come quello tra via Orazio, via Novati e via Caminadella e quello d’angolo tra via Santa Lucia e via San Martino, e alcuni complessi con residenza e laboratorio: Combi in via Settembrini, Levi in via Londonio, Malvezzi in via Solari, Citterio in via Ugolini.
Con i lavori per la Fiera di Milano tra il 1923 e il 1928 si amplia decisamente la visibilità dell’impresa e il suo giro d’affari. In Fiera Antonio inizia la lunga collaborazione con Piero Portaluppi, con cui stringe una sincera amicizia. Per suo tramite entra in contatto con Ettore Conti e il mondo della borghesia produttiva milanese. Tra la fine degli anni Venti e i primi anni Trenta, grazie alla sua perizia nell’impiego del cemento armato, l’impresa costruisce numerosi edifici per l’industria tra cui la C.G.E. di via Bergognone e la Pirelli in Bicocca.
Altri settori di espansione per l’impresa sono quello dei cantieri per strade e infrastrutture e quello degli edifici per enti ospedalieri e assistenziali.
Tra i primi ci sono la copertura del Naviglio interno in via San Marco, la costruzione di un tronco dell’autostrada Milano-Torino, il cavalcavia sulla ferrovia a Segrate e alcuni ponti in provincia di Parma e di Imperia.
In campo socio-sanitario, la Casa di cura del Policlinico in via Dezza e il contiguo Istituto Piccola Casa San Giuseppe sono del 1924-1925. Di qualche anno posteriori il Padiglione Sacco al Policlinico, l’Ospedale di Merate e l’Istituto Elioterapico di Pietra Ligure, dove Bassanini tornerà per ampliamenti e servizi fino agli anni Cinquanta.
Un momento di svolta nella carriera di Bassanini è rappresentato dalla costruzione tra il 1928 e il 1929 del palazzo all’angolo tra viale Coni Zugna e via Foppa. Si tratta della prima operazione immobiliare autopromossa, su progetto di Mario Boschini e Piero Portaluppi. In questo edificio Antonio prende un ufficio in cui si insedia la Magnaghi e Bassanini e un appartamento dove vivrà con la madre e le sorelle fino al matrimonio.
Nei primi anni Trenta Bassanini costruisce altri edifici nella zona del Parco Solari. Sei palazzi residenziali e per uffici tra via Foppa, via Dezza, viale Coni Zugna e via Bragadino, di cui due progettati da Portaluppi e da Gio Ponti e gli altri dall’ormai affermato Ufficio Tecnico della Bassanini.
Nel 1934 Bassanini rileva le quote del socio Magnaghi ma per alcuni anni mantiene la stessa denominazione in omaggio alla continuità. La seconda metà degli anni Trenta vede l’impresa espandersi a livello nazionale mentre aumenta la quota di committenza pubblica. Per seguire i cantieri aperti contemporaneamente in diverse città Antonio passa lunghe ore in treno, durante le quali dorme o predispone le istruzioni da impartire alla tappa successiva

Un filone che prosegue è quello delle strutture sanitarie, con la costruzione dei sanatori di Gorizia, Cremona e Venezia, sull’isola di Sacca Sessola, tutti commissionati e progettati dall’Istituto Nazionale Fascista di Previdenza Sociale.
Un prodotto nuovo e accolto con favore durante la campagna del regime per la sovranità alimentare (la Battaglia del grano) sono i silos granari in cemento armato che la Bassanini realizza in varie dimensioni per i consorzi agrari di diverse città italiane.
Vengono realizzate le sedi istituzionali dei nuovi istituti pubblici: i palazzi dell’INFPS a Padova e Bolzano, quello dell’INA a Bolzano e la sede INAIL di Imperia.
In ambito industriale l’impresa lavora per insediamenti di importanza strategica come quelli voluti dal regime a Bolzano e ad Apuania e, a guerra oramai iniziata, quelli dell’Innocenti a Lambrate. Sempre a Milano costruisce le nuove grandi fabbriche della Zanoletti in viale Ortles, della Carlo Erba in via Imbonati e della Edoardo Bianchi in viale Abruzzi.
Ci sono poi i magazzini del porto di Napoli, l’aeroporto di Torino Caselle, gli stabilimenti della Manifattura Tabacchi a Benevento e a Milano e quelli della Montecatini sparsi in tutta la penisola.
Questo periodo di intensa attività culmina per Bassanini con la vittoria dell’appalto per la costruzione del Palazzo delle Esposizioni e dei Congressi all’Esposizione Universale di Roma 1942.
Malgrado la frenetica attività professionale Antonio riesce anche a fidanzarsi con la bolognese Alessandra Tremontani, di sedici anni più giovane di lui. I due si sposano il 20 agosto 1939 ma devono rinunciare al loro viaggio di nozze, programmato a New York, per il precipitare degli eventi bellici. Il loro primogenito Franco nasce nel maggio 1940, seguito a breve da Piero nel 1941, Alberto nel 1943 e Chiara nel 1944. Dopo la fine della guerra arrivano anche Marco nel 1946 e Giorgio nel 1949 a completare la famiglia. Antonio, Alessandra e i figli prendono casa in via Morozzo della Rocca 5, all’ultimo piano sopra lo studio dell’amico Portaluppi.
Forte dei propri convincimenti religiosi Bassanini non aderisce mai entusiasticamente al regime fascista. Negli ultimi anni che precedono la Seconda guerra mondiale inizia a temere i segnali del progressivo isolamento dell’Italia, diventando apertamente antifascista durante la guerra.
In quest’ottica assume una valenza strategica l’acquisto nel 1938 di una villa a Varese, che servirà durante la guerra per sfollare la famiglia e trasferire le poche attività d’ufficio rimaste. La vicinanza con il confine svizzero consente anche di organizzare l’espatrio di alcuni ebrei e perseguitati dal regime. Questa attività clandestina, che vede coinvolti gli amici monsignori Vittore Maini e Ambrogio Trezzi, deve essere interrotta negli ultimi mesi di guerra dopo che un’impiegata dell’impresa lo scopre, lo ricatta e infine lo denuncia. L’appoggio della Curia protegge Bassanini dall’arresto mentre la dipendente infedele viene neutralizzata in un secondo tempo facendo emergere altre sue malefatte con l’aiuto di agenti antifascisti della Guardia di Finanza. Nonostante le difficoltà materiali e logistiche l’impresa riesce a completare la costruzione di alcune opere considerate prioritarie, come l’Ospedale Mauriziano di Aosta, lavoro per cui Bassanini viene insignito nel 1943 del titolo di Cavaliere dell’Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro. Altre opere devono invece fare i conti con carenze di materiali e mano d’opera: è il caso del palazzo costruito in via De Amicis 25 su progetto di Portaluppi. Gli ultimi anni di guerra sono i più duri anche per Bassanini che ha rifiutato di mettersi al servizio dell’Organizzazione Todt. Per questo motivo l’impresa perde alcune commesse e subisce requisizioni di materiali e mezzi che vengono assegnati alle imprese concorrenti.

Dal 1945 al 1997

Alla fine della guerra Antonio Bassanini è pronto a dedicarsi alla ricostruzione materiale e democratica del paese. L’impresa esce duramente ridimensionata ma la reputazione antifascista del titolare lo mette al riparo da epurazioni sommarie e ulteriori requisizioni.

Quello che risulta più urgente per Bassanini all’indomani della Liberazione è l’impegno politico per ricostruire il tessuto democratico del paese.
Come imprenditore e costruttore Antonio è tra i più attivi nel rifondare l’associazionismo di categoria. Nell’aprile del 1945 con alcuni colleghi getta le basi per la costituzione del Collegio Lombardo delle Imprese Edili e Affini, l’attuale Assimpredil, che l’anno seguente darà vita all’ANCE nazionale.
In politica, un grande timore che Antonio condivide con altri esponenti della borghesia cattolica è quello dello scivolamento dell’Italia dal regime fascista al predominio dei comunisti. Per questo crede nell’impegno sociale e politico dei cattolici come argine a nuove derive antidemocratiche.
Già negli ultimi anni di guerra Antonio entra in contatto con il gruppo Amici della Civiltà Cattolica, fondato dai padri gesuiti Zullig e Martegani. Tra il 1945 e il 1948 è tra i maggiori promotori dell’opera di padre Riccardo Lombardi, il “microfono di Dio”, che percorre l’Italia con le sue prediche sulla rigenerazione morale del popolo.
Con altri amici cattolici dà vita nel 1947 all’UCID (Unione Cristiana Imprenditori e Dirigenti), mentre non prende parte attiva nella Democrazia Cristiana di cui è comunque un convinto sostenitore a ridosso delle scadenze elettorali.
L’attività dell’impresa Bassanini riprende con la riparazione dei danni di guerra e il restauro di alcuni edifici compromessi.
Nel secondo dopoguerra l’impresa sposta decisamente il proprio focus sulla costruzione di edifici realizzati di propria iniziativa e collocati direttamente sul mercato immobiliare. In collaborazione con una nuova generazione di architetti, tra cui ricorre Luigi Mattioni, Bassanini sperimenta nuove soluzioni verticali e modelli abitativi moderni.
Permangono alcuni importanti lavori su commissione, per stabilimenti industriali, uffici e complessi residenziali. Di assoluto rilievo sono le chiese realizzate a Milano nel dopoguerra per il Comitato per le Nuove Chiese. I lavori per la Diocesi e per altri istituti religiosi sono anche occasioni per Bassanini di esercitare la sua sincera vocazione alla carità cristiana.
In questi anni vengono anche esplorate le opportunità di espansione all’estero con due iniziative dall’esito diverso. La prima è la Società Anonima Lavori Estero, costituita con scarso successo in Sud America assieme ad altri colleghi ANCE. La seconda è l’apertura a Parigi della consociata Aedes che negli anni Sessanta realizza alcuni edifici nella capitale francese.
La riorganizzazione dell’impresa, che resta accentrata sulla figura del titolare, vede l’ingresso dei due nipoti Gallimbeni, Luigi all’Ufficio tecnico e Paolo alla contabilità. I figli di Antonio sono nati negli anni Quaranta e i due maggiori, Franco e Piero, scelgono percorsi di studio e di lavoro non conciliabili con l’impresa di famiglia. Saranno Alberto e Giorgio negli anni Sessanta ad affiancare il padre nel lavoro in un momento di decisioni non facili. Il contesto politico e sociale del paese e le prospettive incerte del settore convincono infatti la famiglia Bassanini a chiudere l’attività di costruzioni e riconvertire l’impresa in amministrazione e gestione immobiliare.

Antonio Bassanini riceve diversi riconoscimenti onorifici, sia per la sua attività professionale che per le diverse opere benefiche da lui patrocinate. L’apice della sua carriera è raggiunto nel 1952 quando figura tra i primi Cavalieri del Lavoro che vengono nominati in epoca repubblicana.
Tra i costruttori gode di carisma e autorevolezza, è a lungo membro degli organi direttivi di ANCE e di Assimpredil, che presiede dal 1951 al 1954. La sua posizione all’interno della categoria diviene tuttavia più critica col passare degli anni, quando Bassanini denuncia sempre più spesso alcuni problemi strutturali come gli eccessivi ribassi negli appalti e l’evasione contributiva che si estende nel settore.
Queste posizioni critiche sul settore edilizio si legano ad una generale preoccupazione per l’evoluzione dello scenario politico italiano. La decisione di cessare l’attività nel settore delle costruzioni è una scelta che Antonio prende con difficoltà ma di cui è profondamente convinto.
Nei primi anni Settanta Antonio e Alessandra decidono di trasferirsi a vivere in Svizzera, dove risiede già da qualche anno anche il figlio Alberto.
Nel 1978, a dieci anni dalla morte del suo maestro, Bassanini promuove la costituzione di un Comitato per le onoranze del professor Danusso che cura la pubblicazione di una raccolta di suoi articoli filosofici e morali.
La famiglia intanto continua ad allargarsi con l’arrivo dei nipoti e bisnipoti e la casa di Varese resta il luogo di incontro tra le generazioni. Ed è a Varese che vanno ad abitare i coniugi Bassanini quando decidono di rientrare in Italia alla fine degli anni Ottanta.
Anche in età avanzata Antonio continua a leggere, scrivere e tenersi informato sul proprio settore e sull’attualità in generale. Prende posizione su molti temi che gli stanno a cuore e mantiene relazioni epistolari con amici, figli e nipoti.
Negli ultimi anni di vita Antonio può serenamente guardarsi indietro per fare un bilancio di una lunga vita. Decide allora di dettare alla moglie una breve autobiografia che si aggiunge agli appunti lasciati da lui nel corso della sua vita attiva e che ci hanno restituito il suo modo di pensare e di vedere il mondo.

di Andrea Strambio De Castillia

Lettera di Arturo Danusso al Distretto Militare di Milano per ottenere l’esonero di Antonio Bassanini dalla Leva militare, 1917

L’edificio della Piccola Casa si San Giuseppe e, in secondo piano, il cantiere per la Casa di cura del Policlinico. Milano, via Dezza angolo Via Caravaggio, circa 1924.

Padiglione Alfa Romeo, Fiera di Milano, 1925-26, Arch. Piero Portaluppi.

La costruzione del cavalcavia stradale sopra lo scalo ferroviario di Segrate, 1930 circa.

Palazzo del Mobilio, Fiera di Milano, 1925, Arch. Giacinto Zari.

Stabilimento industriale Zanoletti

Antonio e Alessandra Bassanini nel giorno del loro matrimonio, 20 agosto 1939

Ritratto di gruppo dei fratelli Bassanini. Da sinistra: Piero, Marco, Alberto, Giorgio e Franco. In
piedi dietro a loro Chiara, circa 1952

Antonio Bassanini (secondo da sinistra) con alcuni colleghi dell’ANCE, circa 1952

I Cavalieri del Lavoro ricevuti dal Presidente della Repubblica Luigi Einaudi. Bassanini è sotto al
faro è guarda verso l’operatore, 1952

I Cavalieri del Lavoro ricevuti dal Presidente della Repubblica Luigi Einaudi. Bassanini è sotto al
faro è guarda verso l’operatore, 1952

Ritratto di gruppo con figli e nipoti nella villa di Varese, 1978

Quattro generazioni

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